Luglio 2010
Luglio 2010.......................................
Premio Ischia .................................................
Allora un uomo di legge disse: Che ne pensi delle nostre Leggi, maestro?
Ed egli rispose: A voi piace emanare leggi, e ancor più vi piace trasgredirle. come fanciulli che giocano in riva al mare e innalzano torri di sabbia con ostinazione e poi le distruggono ridendo. Ma mentre innalzate le vostre torri di sabbia il mare porta altra sabbia sul lido, E allorché le distruggete il mare ride di voi. Il mare, in verità, sempre, ride insieme all’innocente. Ma che dire di quelli per i quali la vita non è un mare, e le leggi fatte dall’uomo non sono torri di sabbia, Per i quali la vita è una roccia, e la legge un cesello con cui vorrebbero inciderla a propria somiglianza? Che dire dello storpio che odia i danzatori? E del bue che ama il suo giogo e giudica l’alce e il cervo Della foresta esseri smarriti e vagabondi? E della vecchia serpe che non muta più la sua pelle e stima tutti gli altri sudice svergognati? E di chi si avvia in anticipo alla festa nuziale e ne torna sazio e stanco dicendo che ogni festa è una profanazione e tutti i convitati sono dei trasgressori della legge? Che dirò di loro se non che essi stanno sì nella chiarità, ma con le spalle rivolte al sole? Essi vedono soltanto le loro ombre, e le loro ombre sono le loro leggi. E che cosa è il sole per essi se non un seminatore di ombre? E che cos’è questo riconoscere le leggi se non un inchinarsi A tracciare le loro ombre sulla terra? Ma quali immagini tracciate sulla terra potranno mai trattenere voi che camminate rivolti al sole? E voi che andate col vento, quale banderuola dirigerà la vostra corsa? Quale legge d’uomo potrà legarvi se spezzerete il vostro Giogo, ma non sulla soglia di una prigione umana? Quali leggi temere se danzerete, ma senza inciampare in ferree catene umane? E chi mai vi porterà in giudizio se strapperete le vostre vesti, ma senza lasciarle su un sentiero umano? Popolo di Orfalese, potrai soffocare il suono del tamburo e allentare le corde della lira, ma chi ordinerà all’allodola di non cantare?